COOPERARE IN DIFESA DELLA VITA INDIFESA

di Maria Luisa Donatiello
Sarebbe auspicabile che il verbo cooperare fosse legato esclusivamente a situazioni positive di condivisione di un buon operato, ma è ampiamente appurato, purtroppo, che la cooperazione tra gli individui viene instaurata anche per scopi illeciti, ingiusti, amorali.
Nel Catechismo della Chiesa cattolica alla parola cooperazione sono attribuite diverse accezioni negative: cooperazione all’aborto, al suicidio, all’uso della droga.
Per contro leggiamo anche legate al termine accezioni positive quali: cooperazione dei genitori in famiglia, cooperazione dell’uomo all’opera di Cristo, alla grazia di Dio, all’opera dello Spirito, al disegno divino, cooperazione dei cristiani all’unità della Chiesa.
C’è da chiedersi se può l’uomo arrogarsi il diritto di cooperare per un fine di morte. Certo, perché vi è l’esercizio del libero arbitrio! Ma non è forse l’uso errato del libero arbitrio disumanizzante?
Alla voce L’aborto nel Catechismo della Chiesa cattolica si legge:
E ancora:
Già la Chiesa delle origini aveva dichiarato che l’aborto è azione contraria alla legge morale ed è atto di malizia morale.
Il diritto alla vita è diritto inalienabile di ogni essere umano considerato tale dal momento del concepimento. La Chiesa cattolica si è espressa anche in merito agli interventi sugli embrioni:
Il comandamento in questione è il quinto: NON UCCIDERE!!!
Aborto, eutanasia, suicidio, omicidio volontario sono azioni che infrangono tale comandamento di Dio poiché attentano alla vita umana che è sacra.
L’uomo che si sostituisce a Dio nel togliere la vita tradisce e si sottrae al disegno divino d’amore per l’uomo.
Ecco perché i cristiani sentono la necessità imminente di informare e formare gli uomini di questo tempo nell’insegnamento della Chiesa Cattolica nella speranza che uomini e donne, con una coscienza illuminata dalla Sapienza divina, possano essere sempre cooperatori di Dio nel donare e tutelate la vita propria e altrui.
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